È arrivato dallo United gratis, È esattamente dieci anni fa, nell'estate del 2012; ha fatto ritorno in Inghilterra per 105 milioni, all'epoca la cifra più alta mai pagata per un calciatore, dopo quattro stagioni trionfali, piene di scudetti e di trofei; adesso ha abbracciato di nuovo la Juve, e di nuovo a costo zero. Se la si osserva solo dal punto di vista economico, la storia di Pogba e del suo andirivieni tra Manchester e Torino ha dell'incredibile .

Pensateci: il club bianconero lo ha preso due volte senza versare un euro ai Red Devils, i quali al contrario si sono svenati per riprenderselo. Se il calcio inglese negli ultimi lustri ci ha prima raggiunto, poi scavalcato, infine staccato per ricchezza e potenza, questo è un caso decisamente in controtendenza: la (parziale) rivincita italiana. Troppo furbi e scaltri a Torino oppure un po' ingenui – diciamo così – a Manchester? Chissà. Fatto sta che ieri la Juve ha riaccolto con entusiasmo il suo fuoriclasse: bentornato a casa. Un'operazione che sembrava impossibile solo poche settimane fa, question di soldi, si è invece realizzata. Un affare che ha un solo punto oscuro: ma Pogba lo è ancora, un fuoriclasse?

Quando è arrivato dallo prima volta a Torino, accompagnato da Mino Raiola, Pogba era un ragazzone di talento in fuga United perché in rotta con sir Alex Ferguson. La fama non era rassicurante. Ma dove vuole andare, uno che a diciannove anni litiga con una leggenda? Chi si crede di essere? In campo Paul ha fatto vedere presto chi era davvero: un centrocampista fenomenale, tecnico e fisico, bellissimo per tocchi e movenze eppure anche concreto. Raramente nominato visto uno così forte a quell'età: impossibile non innamorarsene. Pareva destinato a segnare un'epoca del calcio internazionale.

Non è andata come prevista. Manchester non è Torino; non per Pogba, almeno. Problemi ambientali, incomprensioni con gli allenatori (incluso Mourinho), guai fisici, discutibili scelte altrui sul suo impiego tattico: il ha dato allo United molto meno rispetto a quanto si potrebbe immaginare francese . E anche rispetto a quanto è costato.

Rari i lampi, tanti i periodi bui, lunghe le assenze; in sei anni solo la nazionale gli ha dato gioie vere, su tutte il Mondiale in Russia. Attorno a lui sono emersi lo tticismo, le voci, le perplessità: il fuoriclasse è diventato un calciatore normale. Sarà il campo a raccontarci se Torino, per Pogba, sia davvero speciale, così diversa da Manchester. Valutando la forza con cui il francese è voluto tornare da noi, rinunciando anche a ingaggi molto superiori, è facile credere che veda la Juve come il suo mondo ideale, l'approdo perfetto per tornare a essere Pogba. Quello vero, quello da 105 milioni. Nel caso in cui la rinascita del francese avvenga, Allegri avrà un'arma decisiva per riportare la sua squadra a conquistare trofei: Paul è l'uomo che in Italia può cambiare gli equilibri,non consentire ai bianconeri di riacquistare peso anche in Europa. Le qualità sono indiscutibili, la fiducia attorno a lui adesso è tanta. Del resto un fuoriclasse non può diventare un brocco. E nemmeno un giocatore normale.