Matteo Ferrari nella sua carriera ha dovuto compiere diverse scelte importanti. Innanzitutto ha deciso di giocare per la Nazionale italiana, nonostante le sue origini algerini e guineane, vincendo anche un titolo con l'Under 21. 

Poi, ad un certo punto, ha preferito lasciare l’Italia, per provare esperienze diverse e formative all’estero. Everton prima, Besiktas poi ed infine il Montreal Impact, quando la formazione canadese era una vera e propria colonia di italiani con Nesta, Paponi, Corradi e tanti altri che avevano scelto il Canada per chiudere la loro carriera. 

In realtà, nella carriera di Matteo c’è anche tanta Italia. L’ex difensore centrale è partito dalle giovanili della Spal e lì era un attaccante anche abbastanza prolifico.

In seguito, come spesso accade a tanti calciatori, un allenatore ha deciso di provarlo in un nuovo ruolo e quella, tutto ad un tratto, è diventata la sua porzione di campo preferita.

Al centro della difesa Ferrari ha indossato le maglie di Inter, Bari, Lecce, Genoa, Parma e Roma ed in ogni piazza ha lasciato un buon ricordo, sebbene all’Olimpico qualcuno lo aveva ribattezzato “Lo svirgolone” per alcuni errori difensivi.

Le sue stagioni migliori le ha vissute, in ogni caso, con la maglia rossoblù del Genoa ed anche in una recente intervista a TuttoJuve Ferrari ha parlato con entusiasmo di quella magnidica esperienza:

“Scelsi il Genoa perché fu quella che mi convinse per il progetto. Partimmmo in sordina ma con Gasperini facemmo un grande campionato, sfiorando addirittura la Champions League”. 

Nella sua carriera ha girovagato tanto, scoprendo realtà differenti da quelle nelle quali era cresciuto. A Ferrari piace viaggiare e lo ha fatto anche una volta appesi gli scarpini al chiodo. Nessuno, in ogni caso, può cancellare quanto di buono fatto in campo e tutto quello che è riuscito ad ottenere solo grazie ai suoi sacrifici.