1982. Tanti talenti del mondo del calcio sono nati in quest’annata ma nessuno era forte quanto Adriano Leite Ribeiro, noto semplicemente come Adriano.

Il brasiliano era un giocatore travolgente, capace di portare a spasso intere difese, come nel gol segnato all’Udinese, molto simile a quello siglato qualche anno prima da Weah con la maglia del Milan. 

Adriano aveva tutto: forza fisica devastante, tecnica fuori dal comune e tiro forte e preciso, che difficilmente i portieri riuscivano a neutralizzare.

Purtroppo il suo carattere, la sua fragilità psicologica e la morte del padre, arrivata come un fulmine a ciel sereno, non gli hanno permesso di vivere per tanti anni ad alti livelli, come avrebbe meritato per qualità tecniche.

In Italia è arrivato grazie all’Inter del Presidente Moratti, da sempre innamorato dei giocatori brasiliani. Prima di esplodere con i nerazzurri, Adriano ha dato prova della sua forza con le maglie di Fiorentina e Parma. Il suo ambientamento è stato semplice anche perché fermarlo era compito arduo praticamente per tutti.

In alcuni momenti della sua carriera è stato forse l’attaccante più forte del mondo, sicuramente tra i più completi in circolazione. Come detto, però, la morte del padre gli ha sconvolto l’esistenza e lo ha fatto cadere in una depressione infinita, dalla quale ha sempre fatto fatica a riprendersi.

Nelle ultime stagioni in Italia non era più lui ed anche dopo il suo ritorno in Brasile non è stato comunque in grado di ritornare ai suoi livelli, quelli che lo hanno reso un calciatore di fama mondiale.

Nel 2016, dopo aver collezionato poche presenze in giro per il mondo, Adriano ha deciso di ritirarsi definitivamente dal calcio giocato. Ora vive in Brasile, si gode la vita e la popolarità che ha ereditato dal calcio. Ogni tanto pubblica qualche Instagram Stories per i suoi fan ma per lo più vive un'esistenza tranquilla e riservata. In molti lo volevano al top della forma per molti anni ma se non è andata così il motivo è solo uno: non basta il talento se non si ha la forza mentale per sopportare la pressione.