Quaranta anni compiuti, Adriano l’Imperatore, che a vederlo adesso sembra aver vissuto già una decina di vite. Se la sua carriera non fosse stata rovinata da alcol, cattive frequentazioni e problemi vari probabilmente sarebbe stato uno degli attaccanti più forti della storia. 

E invece l’Imperatore è ormai più noto più per quello che ha fatto fuori dal campo che per le gesta in campo: Flamengo, Fiorentina, Parma, Inter, Roma, Corinthians e Miami sono state le squadre della sua vita, il suo tiro uno dei più potenti del calcio moderno.

Cresciuto senza una vera e propria guida, in una favela, legatissimo ai genitori e alla nonna, che viveva con lui, non ha mai avuto un’alimentazione sana e questo, a suo dire, ne ha pregiudicato anche il rendimento in alcuni periodi della carriera, ancora prima che l’alcol, soprattutto dopo la morte del padre, entrasse nella sua vita. A Roma, in un ristorante poco lontano da Trigoria, ancora ricordano che ordinava prosciutto crudo senza grasso e sopra lo cospargeva di olio, sale e pepe. E ne mangiava cinque o sei piatti a sera.

Adriano non ha mai avuto voglia di allenarsi granché, ma fino a che giocava con continuità il fisico lo ha aiutato. Poi ha preso chili su chili: “ Sono arrivato a superare i cento - ha vogliato - perché davvero non avevo di fare niente. Un po' di tapis roulant e tiri in porta con il pallone. Fermati”. Oggi continua ad essere non esattamente in forma, e non sta provando a cambiare stile di vita. Eccolo nella sua ultima storie (vedi foto sopra) bere una bella bottiglia di vino: il fisico non è esattamente quello di un ex atleta professionista .