Il 1 ottobre 2022 passerà alla storia come il giorno in cui  il calcio si è trasformato in tragedia provocando la morte di almeno 125 persone e altre centinaia di feriti a causa di un'invasione di campo alla fine della partita fra l'Arema e  il Persebaya Surabaya. Javier Roca, allenatore dell'Arema FC, dopo aver vissuto in prima persona una delle più grandi tragedie della storia del calcio, ha parlato di quel che ha visto. Le sue parole sono riprese da Cadena Ser.

 

DISTRUTTO

 

Il tecnico, intervenuto durante il "Carrusel Deportivo", ha raccontato come ha vissuto un incubo che lo ha segnato e lo segnerà per tuta la vita. "Non dimenticherò mai quanto accaduto. Sono mentalmente distrutto. Sento un peso molto forte, persino una responsabilità. Se avessimo pareggiato, forse tutto questo non sarebbe successo. Quanto accaduto è stato terribile: ho visto morire quattro persone negli spogliatoi. Mi potevo aspettare una invasione di campo ma non una battaglia all'ultimo sangue. Quando sono tornato dalla conferenza stampa ho trovato la tragedia e il caos all'interno dello stadio. Alcuni dei miei calciatori sono passati  con le vittime in braccio. C'erano tifosi che sono morti tra le braccia dei giocatori".
 

IMPREPARATO

 

La Lega indonesiana è attualmente in attesa di un'indagine per capire cosa sia successo e cosa abbia trasformato il caos in tragedia. A risolvere il caso il prima possibile spetterà ad una commissione indipendente. Javier Roca, che è nel Paese del sud-est asiatico da due decenni ammette l'impreparazione di fronte all'accaduto. "Non è possibile risalire a una sola causa scatenante della tragedia. Le immagini mi lasciano pensare che chi doveva gestire l'ordine pubblico non era preparato, evidentemente non si aspettavano un caos di tale portata. È stata come una valanga. Allo stadio non era mai successo niente del genere. Penso che anche la polizia abbia oltrepassato i limiti. Vedendo le immagini, forse avrebbero potuto usare altre tecniche. E anche le ambulanze hanno impiegato troppo tempo ad arrivare ma è comprensibile, in una città relativamente piccola, non c'erano abbastanza unità".