Il protagonista della nostra storia non ha avuto mai paura di partire, di lasciare la sua comfort zone e intraprendere nuove esperienze in giro per il mondo. L’unica cosa che davvero gli importava era che con lui ci fosse il pallone, quello strumento magico che lo ha accompagnato nella sua vita e fatto sentire meno solo nei momenti bui.

Davide Petrucci ha deciso di fare le valigie a 17 anni, quando la Roma ha dimostrato di non puntare su di lui come invece sembrava dovesse fare, ma di quella scelta parla con orgoglio.

Ecco una parte della sua intervista riportata da Il Romanista:

“Parlo quattro lingue, avevo chiesto pure di imparare la quinta. Ho girato il mondo, investito i miei soldi, e non solo nel mattone: ho fatto un investimento nel settore aeroporti, che partire dovrebbe poco. Sono stato in ogni angolo d'Europa, ho giocato in paesi dove pochi italiani vanno a vivere. Sono andato a Gerusalemme da solo, in Brasile, a Dubai, negli Stati Uniti non so quante volte: ho amici ovunque, dentro e fuori il mondo del calcio, anche nella rosa della Roma. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma se incontro un ragazzo della mia età ho spesso l'impressione di avere una marcia in più rispetto a lui. O almeno di aver fatto più esperienze. Il tutto partendo da San Basilio. Andare all'estero ti apre un mondo, anche se io sognavo di giocare nella Roma”

A Manchester ha vissuto un periodo della sua vita, conosciuto grandissimi ma è stato anche condizionato parecchio dagli infortuni che, in realtà, ne hanno sempre limitato il rendimento. In Inghilterra ha convissuto anche con Paul Pogba , adesso centrocampista di fama mondiale: 

“Eravamo due ragazzi del Manchester in quella casa: io e Paul Pogba. Lui è un bravo ragazzo. Simpatico, estroverso, alla mano. Con una grandissima forza mentale, quella che gli ha permesso di fare la carriera che ha fatto. E forse quella che lo ha fatto andare via, e tornare. Fisicamente ai tempi non era ancora così devastante: il fisico glielo ha costruito la Juventus, e Conte, lì è cresciuto tantissimo. Ma già al Manchester, con tutto che il livello medio era altissimo, si vedeva che sarebbe diventato un grande giocatore, la tecnica l'ha sempre avuta. A un certo punto la prima squadra aveva un bel po' di buchi a centrocampo: si aspettava di esordire, invece adattarono Rafael, un terzino, e Park. E decisi di andar via". 

Dopo tanto girovagar Petrucci era tornato in Italia per indossare le maglie di Ascoli e Cosenza in Serie B. L’11 luglio di quest’anno, però, ha sentito il richiamo di una nuova avventura ed ha deciso di firmare un contratto con l’israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva, formazione che qualche stagione fa ha battuto l’Inter in Europa League.

Chissà quale altra avventura aspetta il classe ’91. Lui intanto si gode la vita, gioca a calcio e viaggia scoprendo sempre posti nuovi.