Claudio Marchisio, ex centrocampista e bandiera della Juventus, ha voluto ricordare con un emozionante post il Grande Torino, scomparso ormai 72 anni fa.

Ecco di seguito le sue parole:

“Gli eroi sono più forti dei colori e delle rivalità.
Gli eroi vanno ricordati e raccontati.
Gli eroi sono invincibili, per sempre!”. 

Con il nome di Grande Torino si indica la squadra di calcio italiana del Torino Football Club, all'epoca chiamata Associazione Calcio Torino, nel periodo storico compreso negli anni quaranta del XX secolo, pluricampione d'Italia, i cui giocatori erano la colonna portante della nazionale italiana nonché una delle formazioni italiane più forti di quel decennio, e che ebbe tragico epilogo il 4 maggio 1949, in quella sciagura aerea nota come la tragedia di Superga nella quale l'intera squadra perse la vita.

Con questo nome, benché si identifichi comunemente la squadra che perì nella sciagura, si usa definire l'intero ciclo sportivo, durato otto anni, che ha portato alla conquista di cinque scudetti consecutivi e di una Coppa Italia.

LA TRAGEDIA DI SUPERGA 

Al rientro da Lisbona, il 4 maggio 1949, il trimotore FIAT G. 212 delle Avio Linee Italiane trovò una fitta nebbia che avvolgeva Torino e le colline circostanti. Alle ore 17:05, fuori rotta per l'assenza di visibilità, ma soprattutto per il malfunzionamento dell'altimetro, l'aeroplano si schiantò contro i muraglioni di sostegno del giardino posto sul retro della Basilica di Superga

L'impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio. Per la fama della squadra, la tragedia ebbe una grande risonanza sulla stampa mondiale, come il film Ora e per sempre ha ben documentato, oltre che in Italia. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto alla squadra.

Il Toro schierò, per finire il campionato, la formazione giovanile e vinse tutte e quattro le partite rimanenti contro i pari-età mandati in campo dagli avversari in segno di rispetto (Genoa, Palermo, Sampdoria e Fiorentina); il Torino venne proclamato vincitore del campionato dal presidente della Federcalcio Ottorino Barassi

L'impressione fu tale che l'anno seguente la Nazionale italiana scelse di recarsi ai Mondiali in Brasile con un viaggio di due settimane mediante la motonave Sises di 16.000 tonnellate (grande abbastanza per fare allenare la squadra), anziché usare l'aereo il cui viaggio sarebbe durato molto meno (35 ore). Testimoni diretti come Giampiero Boniperti e indiretti come Gianni Brera raccontarono poi come tutti i palloni disponibili finirono in mare nel giro di poco tempo.