Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista a Il Messaggero ripercorrendo l’annata degli Azzurri, a partire dai sentimenti del ct: «Grande emozione e forte delusione, che ancora mi fa male. Il calcio sa essere bello e crudele. Ma questo è il suo aspetto più affascinante».

Tornando ad un anno fa, alla conquista di Euro2020«Un anno è passato troppo velocemente – sottolinea l’ex attaccante -. Vincere con la Nazionale è un qualcosa di non paragonabile con altro. Non sono tanti quelli che ci sono riusciti. Ci ho sempre creduto? Non è stata la vittoria di un mese, venivamo da un percorso di tre anni e mezzo, nel quale non avevamo mai perso, giocando sempre bene. Poi, come sempre, ci vuole anche fortuna. Per certi versi è stato un miracolo, ma i valori tecnici c’erano».

Ripensando invece a novembre, alla sconfitta al Berbera con la nazionale macedone: «Cosa non rifarei? A novembre, quando avevamo tanti infortunati e calciatori stanchi, avevo pensato di chiamare Balotelli. Con le sue qualità, avrebbe dato una mano. Ho pensato che ce l’avremmo fatta lo stesso, non è andata così. Ma ribadisco: in quelle partite dovevamo vincere cinque a zero, trasferta in Svizzera compresa. La verità è che si devono fare delle scelte e a volte si sbaglia. Ma si sbaglia anche quando si vince, solo che certi errori spariscono».

«Che farò durante il Mondiale? Vorrei dormire dal primo all’ultimo giorno. Noi lì non ci siamo solo per sfortuna».