Il difensore del Milan Simon Kjaer ha parlato così a Sportweek dei suoi giovani compagni: "Quest'anno voglio vedere Leao e Tonali: non sono più ragazzini, devono crescere enormemente. Quello che hanno fatto l'anno scorso non basta più. Leao ha qualità straordinarie e perciò non può più permettersi partite in cui si vede poco: deve essere sempre decisivo. Se riesce a fare questo salto, può essere uno dei top cinque al mondo. Poi voglio vedere Origi: sono stato con lui a Lille, era un ragazzino, adesso mi aspetto un campione che fa la differenza perché ha tutto per esserlo, velocità, fisico e piedi".

"Non avevo mai sofferto un infortunio tanto grave e per la prima volta nella mia carriera dovevo affrontare un periodo in cui avrei lavorato da solo, lontano dal resto del gruppo. Mia madre mi disse: fai finta di essere un eremita, uno di quelli che vivono nella foresta, separati da tutto e tutti. Io mi sentivo proprio così. Sì, la società mi stava vicino, i compagni mi scrivevano incoraggiandomi, ma alla fine ero io a dovermi alzare alle 8 del mattino tutti i giorni per lavorare fino alle 8 di sera: terapia, rieducazione, da solo insieme al fisioterapista. Allora mi sono detto, se sembro un eremita, che sia così: taglierò la barba solo quando tornerò a lavorare con la squadra".